Presto il Piano d'Azione per l'Infanzia 2016/17
Tra le osservazioni al centro del Piano la nomina nell'esecutivo di un referente politico per l'infanzia, azioni di contrasto della povertà dei bambini e delle famiglie, l'omogenizzazione del titolo di studio per l'accesso alla professione degli educatori, sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e sistema dell'acccoglienza
Era atteso da tempo, rivendicato dalle associazioni e finalmente c'è il via libera della Commissione Bicamerale per il IV Piano Infanzia relativo al biennio 2016-2017. Al centro del piano alcuni dei temi nodali sulle politiche per l'infanzia degli ultimi anni: contrasto della povertà dei bambini e delle famiglie; servizi socio educativi per la prima infanzia e qualità del sistema scolastico; strategie e interventi per l'integrazione scolastica e sociale; sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e sistema dell'accoglienza: queste le tematiche sulle quali ha lavorato la Commissione composta da 50 "addetti ai lavori" rappresentanti di realtà che si occupano dell'infanzia ma anche da referenti di Enti che concretamente conoscono e gestiscono i servizi (Ministeri, Regioni, Enti locali, esperti, garanti, studiosi).
Diverse sono le osservazioni che il lavoro della Commissione ha messo in evidenza in merito ad ogni singola tematica:
1. Linee di azione a contrasto della povertà dei bambini e delle famiglie
Il contrasto alla povertà dei minori è «obiettivo strategico» del Piano d'Azione, pertanto l'azione del Governo deve porre l'accento sulla multidimensionalità, investendo nei servizi di educazione e accoglienza per la prima infanzia ma essere anche sostegno alla genitorialità, per un accompagnamento all'inclusione attiva del nucleo familiare con presa in carico globale delle fragilità familiari. Fondamentale anche il ruolo della scuola, che se ben organizzata può contrastare l'abbandono precoce degli studi, fenomeno e disagio che colpisce l'Italia molto più di altri paesi UE. In questo scenario quello che la Bicamerale «incoraggia» è una scuola aperta al territorio, che sia luogo di riferimento per l'aggregazione sociale, luogo di scambio tra studenti, realtà associative e famiglie soprattutto per lo sviluppo delle competenze, l'inclusione sociale e il dialogo interculturale.
2. Servizi socio-educativi per la prima infanzia e qualità del sistema scolastico
La Commissione esprime la necessità dell'omogenizzazione del titolo di studio per l'accesso alla professione di educatrice/educatore, individuando adeguati percorsi di livello universitario, ed armonizzando i percorsi di studio per l'accesso alla professione di insegnante della scuola, all'interno del sistema 0-6.
3. Strategie e interventi per l'integrazione scolastica e sociale
In merito a questa tematica la Commissione traccia alcune linee guida sulle quali concentrarsi e in particolar modo bisogna incoraggiare una visione positiva della diversità culturali o linguistiche attivare adeguate risorse per l'educazione alla vita emotiva e all'affettività, ma anche mettere al centro dell'azione politica e programmatoria anche l'accoglienza dei minorenni non accompagnati (MNA), da affrontare con un approccio che non sia puramente emergenziale, ma prevedendo percorsi finalizzati all'inclusione nel tessuto sociale attraverso istruzione e formazione.
4. Sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e sistema dell'accoglienza
E' necessario operarsi per dare un maggiore sostegno alla genitorialità attraverso interventi e servizi di cura e sostegno alla quotidianità e di promozione delle competenze genitoriali, accogliere e prevenire le fragilità; riorganizzare/implementare il sistema locale dei servizi di prossimità e degli interventi di sostegno per garantire risorse uniformi, stabili a tutte le famiglie secondo il principio delle pari opportunità; favorire il recupero delle relazioni familiari disfunzionali tramite la valutazione e cura dei genitori maltrattanti; promuovere la piena attuazione dei diritti del minorenne in stato di potenziale di abbandono, in tema di adozione nazionale ed internazionale; rafforzare percorsi di accompagnamento e di sostegno appropriati e integrati nell'ambito dell'iter adottivo; sostenere la diffusione e la valorizzazione delle linee di indirizzo per l'affidamento familiare.
Non da ultimo, la Commissione ha posto l'attenzione anche alla necessità di un impegno strutturato per la definizione dei LEP – livello essenziale di prestazione, come premessa per un finanziamento stabile della spesa per i bambini e gli adolescenti, rafforzando anche la vigilanza sulla concreta traduzione operativa delle azioni indicate e la nomina nell'esecutivo di un referente politico per l'infanzia che coordini l'azione del maggior numero possibile di istituzioni centrali con competenze in materia, in attesa di un indispensabile intervento di riordino della governance.
Le proposte formulate in questo Piano d'Azione sono partite dall'analisi dei numeri di un recente studio eseguito dall'Autorità Garante: nel 2014 la spesa diretta per l'infanzia e l'adolescenza è stata pari allo 0,7% del bilancio, ossia lo 0,2% del PIL: 398 euro l'anno per ogni bambino o ragazzo. Sempre in questa analisi il Garante ha contato ben 239 istituzioni centrali competenti in materia di infanzia e adolescenza; un meccanismo, quello odierno decisamente troppo frammentato.
Il IV Piano per l'Infanzia si pone proprio questo obiettivo: rivedere il sistema di governance proponendo un modello di gestione unitaria i cui strumenti diversi strumenti di azione siano coordinati e inquadrati in una più ampia visione e progettualità di pianificazione integrata fra il sistema sociale e sanitario della giustizia minorile, della scuola e del sostegno al reddito, al fine di porre in essere interventi in grado di rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie, anche attraverso l'adozione di modelli di welfare generativo.