Minori, in Puglia il cinque per cento è in carico ai servizi
Pubblicato all'interno delle Linee guida per il maltrattamento dei minori, il report statistico sulla situazione pugliese
Una rilevazione che ha interessato tutta la Puglia, è quella avviata nel 2015 attraverso una scheda di monitoraggio fornita a tutti gli Ambiti territoriali come allegato dell'Avviso pubblico approvato con A.D. 881/2015 per la presentazione delle istanze al finanziamento a valere sulla Linea c) del "Piano operativo per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere (D.G.R. n. 29/2015). Prima rilevazione in Puglia e forse in Italia, il cui report è inserito nelle Linee guida per il maltrattamento dei minori appena pubblicate. A rispondere all'avviso, e quindi anche al monitoraggio, 37 Ambiti su 45. Il monitoraggio, effettuato con il supporto dell'Osservatorio regionale delle Politiche sociali, ha intercettato un bacino di 513.032 minori, pari al 73% del totale complessivo della popolazione minorile residente in Puglia, e ha evidenziato come la dimensione del fenomeno del maltrattamento sui minorenni pugliesi non si discosti molto da quella rilevata in Italia, sia pure con qualche significativa differenza. I minori presi in carico complessivamente dai Servizi Sociali dei Comuni pugliesi rappresentano il 4,7% del totale dei minori 0-17 anni residenti in Puglia. Questa percentuale non si discosta dalla media nazionale anche se risulta essere sensibilmente più alta rispetto alla percentuale registrata dall'indagine nazionale per le regioni meridionali.L'indagine rileva che la prevalenza dei minorenni in carico aumenta al crescere dell'età del minore. La fascia con percentuale più alta è quella dei minori di età compresa tra gli 11 e i 17 anni (50,34% dei minori presi in carico dai servizi), segue la fascia dei 6-10 anni (29,16%), quella dei 4-5 anni (10, 32%) e infine la fascia 0-3 anni (10,18%). Questi dati mettono in evidenza la risposta tardiva da parte dei Servizi Sociali che spesso purtroppo intervengono in situazioni già cronicizzate, anche a causa dello scarso o discontinuo sviluppo di servizi che favoriscano la prevenzione e la rilevazione precoce del "disagio" e delle situazioni di maltrattamento/violenza. L'incidenza dei minori in carico per maltrattamento/violenza è pari al 23,6% del totale dei bambini/adolescenti presi in carico.
E' quasi divisa a metà per genere la popolazione minorile residente in Puglia mentre rispetto al genere dei minorenni in carico ai Servizi Sociali, la percentuale dei maschi (59,52%) supera quella delle femmine (40,48). Le percentuali cambiano se invece analizziamo la presa in carico per genere relativa al maltrattamento e violenza. Prendendo in considerazione il dato dei minori maltrattati sul totale dei minori già in carico ai Servizi sociali, risulta una percentuale più alta per le femmine (23,9%) rispetto a quella dei maschi (19,25%). Emerge quindi che le bambine/adolescenti sono più esposte al rischio di maltrattamento/violenza, sia in Puglia che, più in generale, in Italia.
L'esposizione al rischio di maltrattamento/violenza è più alta anche per i minori stranieri. Infatti la percentuale dei minori stranieri presi in carico per maltrattamento è pari al 36,38% del totale dei minori stranieri complessivamente in carico ai Servizi sociali, mentre i minori stranieri in carico rappresentano l'8,15% del totale.
La metà dei bambini/adolescenti maltrattati è vittima di forme di maltrattamento che si configurano come grave trascuratezza materiale e/o affettiva, o inadeguatezza delle cure, se si prendono in considerazione anche le patologie delle cure (55,2%). Preoccupante anche il fenomeno della violenza assistita che, assieme al maltrattamento psicologico, rappresenta la seconda forma di maltrattamento.Le forme di maltrattamento meno prevalenti in Puglia sono quelle riferite al maltrattamento fisico (3,5%) e alla violenza sessuale (1,9). In quest'ultimo caso la percentuale dell'1,9% rispetto al 4,2% del dato nazionale, sembra confermare tutta la difficoltà di rilevazione, da parte dei Servizi, di un fenomeno ancora drammaticamente sommerso.
Con riferimento al contesto in cui avviene il maltrattamento, l'86,3% dei casi in carico ai Servizi Sociali fa riferimento al contesto familiare, il 4,5% al contesto scolastico, il 4,2% al gruppo dei pari, mentre solo lo 0,5% dei casi si riferisce al contesto on-line. L'analisi degli interventi erogati dai Comuni pugliesi per rispondere alle situazioni di maltrattamento intercettate, mette in evidenza come ogni minorenne riceva poco più di un intervento (1,15), rispetto alla media di due interventi erogati a livello nazionale. La misura di intervento prevalente è quella dell'assistenza economica (33,8%), seguita dall'allontanamento del minore presso le comunità (19,5%), dall'assistenza domiciliare (13,3%), dall'affidamento familiare (11,3%), dall'accesso ai servizi sanitari (10%), dal centro diurno (9,6%), e infine dalla casa rifugio (1,5%).
La differenza più significativa che emerge dal confronto con il livello nazionale è quella relativa all'intervento di assistenza economica che in Puglia raggiunge la percentuale del 33,8%, rispetto alla percentuale italiana del 27,90%. Se da un lato questo dato sembra confermare la necessità per i Servizi Sociali pugliesi di intervenire a sostegno di situazioni di fragilità anche di natura socio-economica da parte di molte famiglie, dall'altro lato denota il carattere "emergenziale" della risposta che rischia di risultare assolutamente inadeguata se non integrata da altri interventi tesi a proteggere e curare, oltre che a rimuovere i fattori di rischio di maltrattamento.
Tra le criticità che emergono da questa prima fotografia c'è anche la mancata (o lenta) integrazione tra i Servizi territoriali, in particolare tra Servizi Sociali e Servizi Sanitari. Infatti, emerge che solo il 23% dei minori presi in carico dai Servizi sociali per maltrattamento/violenza viene seguito dalle equipe integrate multidisciplinari previste dalla normativa regionale e che solo il 10% dei minori in carico per maltrattamento accede a prestazioni di carattere sanitario. Si evidenzia quindi una generale debolezza rispetto alla presa in carico globale e integrata dei minori vittime di maltrattamento/violenza, oltre che una grave insufficienza rispetto alla presa in carico psicologica/psicoterapeutica del minore traumatizzato che vede, quindi, negato il suo diritto a ricevere le cure adeguate.